Questa storia comincia nel 1940 con Antonio Franchi, un ragazzo che durante la guerra all'età di soli 13 anni
provvide al mantenimento della famiglia costruendo, riparando ed affittando biciclette e carrozzette in un magazzino romano.
Il ragazzo mostrò fin da subito una spiccata abilità e sopratutto una grossa inventiva.
Nel 1952 Antonio trasferì l’azienda nella sede attuale, accompagnato da sua moglie, la signora Iole, incrementando il lavoro passando anche a moto, motocarrozze e auto.
Oggi i figli Giovanni e Fabrizio insieme alla mamma Iole portano avanti con entusiasmo e impegno la bellissima eredità lasciata da Antonio Franchi, continuando la propria attività nella vendita di biciclette, assistenza e ricambi nella sede di Via dei Galla e Sidama 3 (Quartiere Africano), poi nella vendita di moto, assistenza e ricambi nella sede di Via Adamello 29 (Montesacro), e infine con l’ Associazione Sportiva per cicloamatori.
Tutte le informazioni per andarli a trovare e il resto della loro storia potete leggerlo sul loro sito: WWW.CICLIFRANCHI.IT
Ma ora parliamo del misterioso cambio...
Infatti i figli raccontano che proprio nel periodo in cui Antonio si industriava in quel magazzino, ebbe un'idea per un cambio per biciclette comandato con 2 leve e 4 cavi.
Nello stesso periodo la Campagnolo aveva in produzione solo i suoi cambi a "stecca" (ovvero Cambio Corsa e Parigi-Roubaix - La spiegazione del funzionamento di questi cambi al seguente LINK) e la possibilità di cambiata era ridotta dalla scomodità di dover raggiungere con la mano le stesse leve poste sui forcellini pendenti posteriori.
Gino Bartali nella scomoda posizione di cambiata durante il Tour del 1948 Altre pagine di questo catalogo al seguente LINK |
Anche i Fratelli Nieddu proponevano negli stessi anni una alternativa con il loro Regina Margherita, che era però altrettanto scomodo .
Altre pagine di questo catalogo al seguente LINK |
Dunque l'idea di Antonio era innovativa ! Voleva portare le leve da azionare sul tubo obliquo, molto più accessibili e pratiche delle posizioni precedenti. Infatti storicamente questa soluzione avrà un grande successo e le leve dei cambi rimarranno in questa posizione fino al 1992 (anno di avvento del sistema Ergopower)
Ma come funzionava il suo cambio ?
L'idea di base di Antonio era la stessa del Campagnolo Cambio Corsa (infatti sfruttava proprio i forcellini dentati della stessa Campagnolo), un sistema che sganciava la ruota permetteva alla stessa di scorrere in avanti e indietro sui dentini del forcellino posteriore per tendere la catena, mentre un secondo comando permetteva di deragliare e fare saltare la catena da un pignone all'altro. Ma a differenza di Campagnolo la prerogativa del cambio LIAN era che tutto questo poteva essere comodamente azionato da due levette poste sul tubo obliquo che trasmettevano i comandi tramite i cavi ! (se l'attendibilità di questi fatti è reale, questa idea aveva battuto sul tempo anche i cambi azionati dai cavi che si videro negli anni successivi come il Cervino - dei Nieddu e poi il Gran Sport della Campagnolo. ERA RIVOLUZIONARIO !)
Le foto che seguono sono UNICHE ! Perchè questo cambio è stato prodotto in pochissimi esemplari di fattura artigianale e probabilmente quello che ci mostrano i figli di Antonio è l'ultimo esemplare conservato.
Se qualche lettore dovesse riconoscere lo stesso cambio o avesse informazioni aggiuntive mi scriva a :
La rotella per lo sgancio azionata dai cavi mostra l'incisione: CAMBIO LIAN - BREV.- ROMA |
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Il deragliatore azionato dalla leva corta |
Spero che le parole siano state sufficienti a farvi comprendere il meccanismo di questo cambio, se cosi non fosse ovviamente non ci sono biciclette che montano questo oggetto per mostrarvi la sua posizione e funzionamento, ho cosi fatto uno schizzo su carta che vi aiuterà a comprendere.
Schizzo fatto da me che mostra la posizione del Cambio LIAN una volta montato su una bici |
Antonio non riuscì mai a portare alla ribalta la sua idea, e l'oggetto non vide mai le luci della grande produzione industriale, ma di sicuro questo artigiano ha compiuto dei passi in parallelo sulla strada percorsa dalla Campagnolo che in quegli anni portarono innovazioni che resero la bici da corsa un mezzo pratico e fenomenale.
Un ultimo aneddoto che riguarda questo cambio vuole che un amico di Antonio a sua insaputa e contro la sua volontà, portò il cambio a Vicenza per mostrarlo proprio a Tullio Campangolo. Pare che Campagnolo disse : <<lasciamelo che lo guardo bene....>> e poi non si fece più sentire ne restituì l'oggetto.
Non abbiamo motivo di credere che Tullio lo abbia fatto in malafede o per prenderne spunto bensì è molto più probabile che il suo prototipo del Gran Sport azionato a due cavi fosse già in cantiere visto che dopo poco (1950) usci in produzione la versione definitiva portando la vera innovazione costituita dal sistema a molla e parallelogramma che trasformò il cambio in quello che conosciamo oggi.
Una storia simile e molto ben raccontata su "bici classiche" : http://www.biciclassiche.com/2012/07/la-storia-del-ghiggini.html
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaMi chiamo Giacomo ed anche io sono appassionato di bici, spulciando nella rete ho trovato un’iniziativa che si chiama “La Tua Grande Sfida”.
Per partecipare dobbiamo proporre un’impresa sportiva originale ed avvicente, e se saremo fra i primi 10 selezionati ci potremo cimentare nella nostra sfida che verrà sponsorizzata e che potremo raccontare passo per passo in un blog!
Eccovi il sito dove ci sono tutte le informazioni sull’iniziativa: http://latuagrandesfida2013.polasesport.it/
Sto pensando a cosa proporre!
E voi? Avete già qualche idea?